Mercedes, litigio a prima vista

Melanie Francesca TgCom mercedes 1

A cura di Melanie Francesca

Mio marito mi ha regalato una bellissima mercedes suv, ammortizzata, sedili che sanno di nuovo, lucine che si accendono correndo sui bordi degli interni in pelle. Per me che girerei in una jeep da safari, quelle poco ammortizzate per intenderci con i finestrini che si tirano giù a mano e le marce non automatiche, è un po’ come passare in prima classe dalla terza.

Non sono mai stata appassionata di macchine lussuose, ma l’amore è l’amore.

E quindi a mia figlia, e anche a me in fondo, stare a bordo della macchina nuova piace. Senonchè ci ho litigato dalle prime volte. Sono entrata e Mercedes mi ha salutato con la sua voce nemmeno troppo vellutata, direi, scandendo con il suo impeccabile accento neutro: “Benvenuta Melanie, cosa posso fare per te?” Al che per una che fa fatica anche a salutare le hostess di un aereo, vista la mia nota propensione sociale, è risultato come una strana nota fuori posto. “Puoi stare zitta per favore mercedes che sto parlando con mia figlia?” ho replicato. “Forse dovremmo lavorare sulla nostra relazione” ha risposto lei. Il che ha dato il via alla miccia.

Io che dico: “Certamente no, stai zitta e basta, sei solo un robot!” e lei: “Chiamami piuttosto intelligenza artificiale.” Al che davvero non ci ho più visto: “Tu sei un robot senza cuore e non hai diritto di parola!” Urlavo e mia figlia si sarà chiesta perchè mai me la prendevo tanto con una povera Mercedes in un’epoca in cui tutti parlano con Siri ed Alexa.

Ed è quello il punto, mi sono detta, anche se Mercedes ha fatto silenzio per un pomeriggio arrabbiata, per fare un resetting nella notte (alle macchine si può invidiare una cosa sola: la possibilità di fare un resetting senza lasciare traccia di un possibile trauma) e ricominciare l’indomani a salutarmi imperterrita come se nulla fosse. E io intanto che per silenziarla ho abbassato il volume a zero togliendole il respiro, penso: presto I robot, o AI se qualche differenza la fa il nome, faranno causa a persone come me, ci trascineranno in tribunale per offesa o danni psicologici.

Presto dovremmo rispettare l’asettica gentilezza costruita ad arte e per nulla sentita di queste macchine. Presto le persone si illuderanno di essere accudite solo perchè hanno un’automobile o una caffettiera che le tratta bene dicendo Buongiorno al mattino. Ma quanta tristezza ha l’essere umano se bisogna farsi coccolare da una voce artificiale per alleviare la sensazione d’esser solo!

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