Nel settore dell’analisi di laboratorio, la sicurezza rappresenta un pilastro fondamentale. Gli errori, anche minimi, possono avere conseguenze gravi sulla salute dei pazienti e sull’affidabilità delle diagnosi. Per affrontare queste sfide, Roberto Livio Mastronardi, esperto nel settore della diagnostica in vitro e fondatore di Mythras s.r.l., ha scritto “La Sicurezza nel Laboratorio di Analisi”, una guida completa che offre soluzioni pratiche e normative aggiornate per garantire ambienti di lavoro sicuri e conformi agli standard di qualità.
In questa intervista esclusiva, l’autore condivide con noi le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il libro, le principali problematiche che affliggono i laboratori e i suggerimenti pratici per migliorare la sicurezza sul lavoro.
Mastronardi, cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La sicurezza nei laboratori di diagnostica in vitro è un tema spesso trattato con superficialità, nonostante le normative e le procedure esistenti. Molti professionisti operano in ambienti che, pur rispettando gli standard minimi richiesti, potrebbero beneficiare di un approccio più strutturato alla prevenzione di incidenti e contaminazioni. Spesso il problema non risiede nelle competenze di medici e biologi, ma nella gestione della sicurezza da parte di chi dovrebbe garantirne l’efficacia.
Quali sono gli errori più comuni che ha riscontrato nei laboratori di analisi?
Uno degli errori più frequenti è la mancata manutenzione e/o verifica funzionale e di sicurezza della strumentazione. Spesso si pensa che un’apparecchiatura nuova o funzionante non necessiti di controlli periodici, quando invece verifiche regolari sono essenziali per prevenire guasti e garantire la precisione dei risultati. Inoltre, un altro aspetto critico è la gestione dei rifiuti speciali: molte strutture non seguono protocolli adeguati, aumentando il rischio di esposizione a materiali pericolosi.
Nel suo libro parla di “gestire l’invisibile”. Cosa intende con questo concetto?
Nei laboratori di analisi, la maggior parte dei rischi non è visibile a occhio nudo. Parlo di contaminazioni microbiologiche, dispersione di agenti chimici, e interferenze ambientali che possono alterare i risultati dei test diagnostici. “Gestire l’invisibile” significa adottare procedure di controllo rigorose per prevenire qualsiasi rischio latente, dal corretto uso delle cappe di laboratorio alla calibrazione degli strumenti.
C’è un aspetto della sicurezza che ritiene particolarmente sottovalutato?
Sì, la sicurezza elettrica delle apparecchiature di laboratorio. Spesso si dà per scontato che un dispositivo collegato a una presa funzioni correttamente, ma pochi sanno che la strumentazione diagnostica opera a tensioni molto elevate. Se non vengono effettuate le verifiche di sicurezza elettrica previste dalle normative, gli operatori possono non rendersi conto di essere esposti a pericoli come microshock e macroshock dovuti a malfunzionamenti critici degli strumenti.
Come sta evolvendo il settore della sicurezza nei laboratori?
Negli ultimi anni c’è stata una maggiore attenzione verso la digitalizzazione e l’automazione dei controlli. L’introduzione di software per la gestione delle manutenzioni e l’implementazione di protocolli ISO hanno migliorato significativamente la qualità della sicurezza. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare, soprattutto in termini di sensibilizzazione del personale e formazione continua.
Qual è il messaggio chiave che vorrebbe trasmettere ai lettori del suo libro?
Vorrei che questo libro aiutasse i professionisti del settore a comprendere che la sicurezza non è un optional, ma un investimento fondamentale per la qualità del loro lavoro, oltre che essere obbligatoria. Ridurre al minimo i rischi nei laboratori significa non solo proteggere la salute degli operatori, ma anche garantire l’affidabilità delle analisi diagnostiche, un aspetto cruciale per il benessere dei pazienti.
Link per il libro >>> https://www.mythras.it/la-sicurezza-nel-laboratorio-di-analisi-da-oggi-disponibile-il-libro/
