Moda rich, tra divari sociali e nuove apparenze

Melanie Francesca moda rich

A cura di Melanie Francesca

Oggi il divario tra ricchi e poveri è sempre più netto. In America con la crisi attuale tanta basso media borghesia nel settore impiegatizio degli uffici e negozi, è finito sulla strada. I clochard che si abbandonano alle droghe per le vie di San Francisco attorno al Four Seasons e agli hotel più costosi, sono il vero ritratto americano.

Qui, grazie all’assistenza sociale e a un regime meno liberale che non permette ai vagabondi di decidere se dormire in piazza duomo in pieno giorno in una tenda, questa tendenza è più nascosta ma non per questo meno reale. Il divario tra ricchi sempre più ricchi e medio poveri che scendono sotto la soglia dell’accettabile, è sempre più netto. E di conseguenza i giovani nelle scuole cominciano a seguire, anche a costo di sacrifici, la moda del looking rich.

Se prima andava il jeans rotto e la finta street trasandatezza, oggi sembrare ricco senza esserlo è il nuovo dictat sui social. Perché per fare soldi, in Instagram, non occorre averli ma far finta. Nel regno dei social, dove la bugia è regina, più sembri ricco più diventi valutabile. E così una folla di ragazzine cresciuta in miniappartamenti di 50 metri con la toilette comune, respira finalmente l’ebbrezza (per loro) di immergersi nella jacuzzi gigante di una suite di cento metri.

O di entrare in un negozio provando 10 borsette Birkin con altrettante fotografie che poi postano sui social. Finti bodyguards, ristoranti Michelin con pietanze ritratte accanto alle mani dalle unghie perfettamente manicurizzate, sono le stesse ragazze che i soldi veri non li fanno tanto su Instagram sponsorizzando prodotti con i loro posts, ma frequentando amanti generosi che più si illudono di stare con le famose, più spendono per loro.

Come a dire che l’antico nightclub che vedeva sborsare 1000 euro a bottiglia per parlare con le ragazze che ci lavoravano (e che regolarmente consumavano champagne buttandolo sotto i sedili per restare lucide mentre l’altro beveva e spennarlo ancora di più) si è trasferito sulla piattaforma digitale dove gli incontri sono sempre più rari ma i messaggi WhatsApp sempre più fitti. Bastano spesso storie d’amore digitali, intervallate da un incontro mensile, a far sognare questi uomini così tanto insicuri di sé, da sentirsi gratificati nel brillare della luce riflessa dello sguardo di queste, ai loro occhi, semidee, che in realtà di amanti ne hanno diversi  magari spedendo messaggini standard in versione seriale.

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Ahimè, l’epoca digitale è la grande bugia, le influencer amanti girano castelli e hotel di mezzo pianeta, poi sbarcano su red carpet sovvenzionati dai loro fidanzati e forse, finalmente, riescono ad approdare in qualche programma. Senza sapere fare nulla di preciso, se non quello di indossare capi costosi firmati, diventano le modelle vere di quest’industria gigante che è la moda, il nuovo amante. Il nuovo sposo.

Un ritratto spietato ma vero, il mio, come Vero è il titolo del giornale su cui scrivo. Attente dunque a non cadere mai nella trappola di chi ti coccola digitalmente invitandoti in vacanza da qualche parte, attente a non cedere all’apparente facile giostra del mestiere più antico del mondo, anche se versione digitale e quindi più attenuata.

Il pericolo di risultare solo compiacenti verso tutto e non più vere, a volte antipatiche, è dietro l’angolo. Perché la vera ricchezza ragazze, non mi stancherò mai di ripeterlo, non è avere tanti capi firmati o passare la vita in hotel e aerei lussuosi (non tuoi). La vera ricchezza è lo studio, la cultura, che ti permette di smascherare mondi e detenere il discernimento delle cose e delle persone.

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