Rispunta la fede al dito di Alice Campello, pace con Morata?

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Forse pace tra Alice Campello e Alvaro Morata su “Social People Tgcom24”, la rubrica, che vi racconta il mondo dei social e le sue curiosità con i suoi protagonisti. Qui troverete tutto, sulle celebrities e i vip, che al momento mantengono altissimo l’hype sui social.

Alice Campello e Alvaro Morata
Alice Campello e Alvaro Morata

Colpo di Scena: rispunta la fede al dito di Alice Campello! Il sogno di una riconciliazione con Alvaro Morata, potrebbe diventare realtà, o forse no. 

Il mondo del gossip è in fermento da qualche giorno, perché Alice Campello, moglie del calciatore Alvaro Morata, ha riacceso i riflettori sul suo matrimonio, postando una foto che la ritrae con un anello al dito.

Tutto qui.

Una semplice immagine, condivisa nelle sue storie di Instagram, ma tanto è bastato per scatenare i fan che, dopo l’annuncio della separazione, sperano in una riconciliazione. 

Pochi mesi fa, la notizia della rottura tra Morata e Campello aveva colto tutti di sorpresa. I due, sposati dal 2017 e genitori di quattro bambini, sembravano la coppia perfetta, ma le dichiarazioni di Morata sulla loro separazione in quella occasione, avevano lasciato poco spazio alla speranza.

Nonostante la chiarezza sull’assenza di un tradimento, il calciatore aveva confessato pubblicamente di attraversare un periodo complesso, parlando apertamente di attacchi di panico e depressione.

“Quando lotti contro qualcosa di profondo, come la depressione o gli attacchi di panico, c’è una battaglia interiore che affronti giorno e notte” aveva detto Morata, lasciando intendere che le difficoltà personali avessero influito sul loro rapporto. 

Ma pochi giorni fa è arrivato il gesto che è finito nell’occhio del ciclone delle speranze dei fan: una foto di Alice, scattata nel riflesso dello specchio del bagno, dove indossa un anello sull’anulare sinistro.

Con accappatoio e turbante, l’influencer ha condiviso una semplice immagine che ha avuto, però, un effetto dirompente.

I seguaci hanno infatti subito pensato che quell’anello potesse essere la fede matrimoniale, ovvero, un segnale di riconciliazione. 

Qual è l’intoppo?

Non tutti sono convinti che si tratti di un ritorno di fiamma. Alcuni osservatori più attenti hanno notato che l’anello indossato da Alice in foto è diverso da quello delle nozze.

Sembra più un anello d’argento, che potrebbe essere un accessorio casuale e non la il simbolo del loro matrimonio.

Nonostante il dubbio, i fan della coppia continuano a sperare che questo scatto sia un segnale di riavvicinamento tra i due, che di recente hanno anche trascorso il compleanno di Morata insieme ai loro figli, dimostrando di saper mantenere un legame familiare anche in un momento di crisi. 

Resta da vedere, se questo anello misterioso possa davvero aprire uno spiraglio per una seconda chance, nella storia di Alvaro Morata e Alice Campello.

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A cura di katya Malagnini

Parte da zero e fonda 15 aziende: la storia del romano Andrea Prosperi

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Andrea Prosperi, imprenditore, manager, formatore e fondatore di 15 aziende che operano sia in Italia sia all’estero, sta scalando ogni vetta. Sui social è uno dei più cliccati. I suoi video, a bordo di auto di grossa cilindrata o in uffici di lusso, fanno il giro della Rete. Lui fa sapere che il suo utile netto – e quindi il suo guadagno – supera 1.000.000 di euro ogni anno.

La sua storia imprenditoriale inizia quando aveva solo 18 anni e 2 mesi e, partendo da un capitale di 1 euro, le sue aziende, tra cui la sua Progroup Srl ha registrato un notevole successo nel corso del 2023. Tutte le sue imprese, come si evince dai bilanci, totalizzano zero debiti, hanno pagato tasse allo Stato italiano per un importo superiore a 500.000 euro e non hanno mai avuto finanziamenti e sostegni economici da parte né di investitori istituzionali, né da banche, né dello stato Italiano, né dalla comunità europea.

I risultati societari delle aziende fondate da Andrea Prosperi
Le imprese di Andrea Prosperi nel 2023 hanno raggiunto dei numeri significativi. Per quanto riguarda solo le imprese italiane sono governate dalla holding Progroup Srl, che detiene le quote delle altre aziende operative da lui fondate. Nel medesimo anno, solo la Progroup Srl ha ottenuto 664.000 euro di utile netto di guadagno e ciò ha aumentato il valore del patrimonio dell’azienda che ha una liquidità pari a circa 1.300.000 euro. Anche Proinvest Srl ha registrato un risultato molto positivo, pari a 200.000 euro di utili netti.

Le aziende fondate in Italia sono 12, di cui quasi tutte partecipate dalla holding, e sono invece in totale 15 quelle nel mondo che hanno realizzato come raccolta una somma produttiva di 100.000.000 di euro sui vari settori e ambiti specifici.
Questi numeri conferiscono solidità alle imprese e ai progetti futuri che si stanno delineando. Progroup Srl vuole sviluppare e ha già avviato Prodigio. L’idea è quella di poter finanziare e investire in start up e aziende con idee innovative di chi vuole rilanciarsi, fornendo tutto il capitale necessario e know how per realizzare un nuovo modello di business di successo.

Quali sono i progetti di business in Italia?
Dopo aver dominato nei settori in cui ha operato, nel mondo finanziario, assicurativo, sanitario, formativo soprattutto in Italia, l’obiettivo delle aziende fondate da Andrea Prosperi è l’internazionalizzazione del business e lo sviluppo di ulteriori progetti volti ad accrescere il tessuto economico della nostra nazione.

A tal proposito Andrea Prosperi afferma: “Le nostre imprese continuano a svilupparsi sia all’estero sia in Italia. In particolare nel nostro Paese vogliamo creare nuovi modelli di business che avvicinano persone di qualsiasi età al mondo imprenditoriale. Già sosteniamo con il nostro capitale tre aziende e da qui a sei mesi ne aiuteremo altre dodici, con risorse economiche e con le nostre conoscenze per un business che porti risultati concreti”.

in foto Andrea Prosperi

Secondo Andrea Prosperi, le parole chiave per il successo sono: Utili, Risultati, Soldi, Capitali, Bilanci. Il fondatore di Progroup Srl ha evidenziato, però, un problema che si verifica in Italia. Ecco cosa sottolinea: “In Italia la difficoltà maggiore degli imprenditori è reperire capitali, perché non c’è un’infrastruttura che permetta davvero di poter fare progetti imprenditoriali. Noi, invece, diamo tutto ciò che serve alle imprese a scopi imprenditoriali. Formiamo il founder, dipendenti, collaboratori e tutto il team per portare avanti il business plan, con capitale umano ed economico”.

Gli obiettivi di Andrea Prosperi per i prossimi tre anni Le aziende fondate da Andrea Prosperi per i prossimi tre anni vogliono incrementare l’internazionalizzazione del business da un lato, dall’altro contribuire nella crescita di almeno 100 società in Italia, sotto l’aspetto economico e di know how.

Ma l’obiettivo è ancor più sfidante: creare nuovi posti di lavoro e imprese di successo in Italiaed all’estero, attraverso il capitale e la formazione online che il fondatore di Progroup Srl fornisce attraverso alcune delle sue imprese.
Andrea Prosperi registra, infatti, centinaia di migliaia di visualizzazioni ogni giorno: “Continuo ad aiutare quotidianamente persone che non sono partner, soci, clienti, collaboratori, ma anche sconosciuti. Ogni giorno sui miei canali social offro le mie conoscenze acquisite nel corso degli anni e strategie per aiutare anche altri ad ottenere i loro obiettivi. Molti mi seguono da più di dieci anni e hanno migliorato le proprie skills, apportato modifiche alle loro imprese e fondato altre tramite i miei suggerimenti e consigli”.

Le prospettive etiche per chi dà vita a un modello di business
Al giorno d’oggi chi vuole intraprendere la strada imprenditoriale può imbattersi in esempi negativi che suscitano sempre più diffidenza. E si sente spesso parlare di ‘fuffa guru’, il cui esempio mina la credibilità di modelli di imprenditoria seri diffusi online tramite video e reel.
Bisogna, quindi, partire dall’assunto che anche nella formazione, come in qualsiasi altra professione e settore, ci sono imprese e persone che operano con una determinata esperienza e serietà e altre meno. L’utente deve sempre prestare attenzione a rivolgersi ad imprese che abbiano maturato soluzioni valide per i suoi bisogni.
A tal riguardo Andrea Prosperi mette in guardia: “Capita spesso che molti, guidati dall’inesperienza, scelgano servizi di chi non ha né esperienza né titolo. Il mio obiettivo è sensibilizzare le persone a un acquisto consapevole, basandosi su esperienze e dati oggettivi. Chiunque intraprenda questa strada online deve formare ed educare gli utenti con i giusti strumenti e risultati dimostrabili“.

Ezio Stellato (Istituto Friedman): il rischio flop del CPB come Il Superbonus

Ogni sistema fiscale dovrebbe mirare alla prevedibilità fiscale e alla certezza del diritto. Agli occhi degli investitori, sia stranieri che nazionali, i cambiamenti improvvisi delle regole sono un segno di inaffidabilità, così come lo sono i Governi ostacolati da burocrazie e sistemi giudiziari che sono spesso troppo lenti..

La delega fiscale n. 111/2023 vede tra i suoi pilastri quello della certezza del diritto, contenendo una espressa delega al Governo per la revisione del sistema tributario e termini di attuazione.

Scattando una fotografia al presente con uno sguardo al recente passato (vedasi quanto accaduto con i crediti da bonus edilizio), assistiamo ad una prassi improntata più alla produzione di norme di riordino che piuttosto rivolta al ripensamento delle fondamenta del nostro sistema fiscale, tributario e di riscossione e che ancora non ha previsto interventi strutturali , soprattutto per quanto concernela certezza del diritto e la costituzione di un nuovo rapporto fisco-contribuente; la tanto agognata e sbandierata compliance…

Sono stati  varati dei Testi Unici. Questo è un bene, anche l’ordine formale aiuta la certezza del diritto.

Il concordato preventivo biennale (decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio 2024) è un istituto nuovo (anche se già visto sotto altre vesti in passato) nel nostro ordinamento, sicuramente di non facile ed immediato recepimento. Questa idea è in astratto  vantaggiosa nella regolazione dei rapporti tra Fisco e piccole imprese (data la sua applicabilità ai soggetti che non fatturano più di 5 milioni di euro) : sedersi in anticipo con il fisco e “concordare” quanto dovuto per i prossimi due anni, fa comodo sia allo Stato, che avrà modo di programmare le proprie entrate ed ai contribuenti che, in cambio dell’accordo, saranno soggetti a miniri controlli, si aggiunga a ciò la possibilità di aderire anche ad una sanatoriadi eventuali condotte a rischio nel periodo 2018-2022 mediante l’adesione al ravvedimento speciale.

Il problema, però, è passare dalla teoria all’attuazione concreta, e ciò è possibile solo se sono chiare le regole di ingaggio nei rapporti tra Fisco e contribuenti.

In prima battuta si deve comprendere che lo sforzo richiesto ai contribuenti non è di poco conto in quanto buona parte del c.d. tax gap si annida proprio nei soggetti, che per accedere al concordato, devono adeguare i propri indici di affidabilità  ( gli ultimi dati del MEF, che rilevano che la media di imponibile dichiarato da questi ultimi si aggira sui 13mila euro), riportando le proprie soglie di reddito imponibile a soglie spesso non verosimili. 

Il secondo aspetto rilevante è comprendere quanto il contribuente possa fare affidamento sulla stabilità di questo “patto” con il fisco.

Il vero problema risiede come sempre nell’attuabilità concreta delle norme , cosi come accaduto si ribadisce per il Superbonus, norme che hanno lasciato i contribuenti abbandonati a se stessi e i professionisti a combattere nell’arena , trovandosi spesso una controparte leale ma immobilizzata dalla burocrazia e da continue interpretazioni normative non sempre in linea con le iniziali previsioni date al contribuente .

La stessa proposta dell’Istituto Friedman , sulla riforma della cessione del magazzino fiscale, tagliata in fase di conversione è un elemento lampante dello stato di incertezza che vive lo stesso legislatore.

Ma per raggiungere i traguardi che riteniamo decisivi, politica e istituzioni devono ancora spingersi oltre, sedere allo stesso tavolo le parti sociali, e definire con chiarezza gli ambiti accertativi e sanzionatori presenti e futuri.

Ezio Stellato Responsabile Politiche Fiscali dell’Istituto Friedman