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Monica Boggioni: “Lo sport è vita, il nuoto per me è sinonimo di libertà”

“Sono nata a Pavia nel 1998. Attualmente sono un’atleta della Nazionale di Nuoto Paralimpico (FINP) tesserata per la società civile Pavia Nuoto a.s.d. e per la società militare Fiamme Oro – Polizia di Stato”, dice Monica Boggioni, atleta paralimpica.  

“All’età di circa un anno mi è stata diagnosticata una leucomalacia periventricolare congentita che ha dato come esito una diplegia spastica agli arti inferiori complicata poi nell’età dell’adolescenza (circa 17 anni) da una distonia con aspetti mioclonici agli arti superiori. Ho iniziato a praticare nuoto a scopo terapeutico all’età di due anni e mi sono da sempre innamorata della libertà che mi regala l’acqua. 
Ho iniziato a gareggiare nel 2014 vincendo le prime medaglie a livello nazionale fino a quando, nel 2017, sono entrata a far parte della squadra Nazionale maggiore (FINP) partecipando e vincendo le prime medaglie a livello internazionale (Mondali, Europei, Tappe di coppa del Mondo), fino ad arrivare, nel 2021 a partecipare alle mie prime paralimpiadi a Tokyo dove ho vinto tre bronzi (200 e 100 stile libero S5 e 200 misti SM5)”, continua.

LE PARALIMPIADI A PARIGI

Poi l’esperienza delle Paralimpiadi a Parigi. “Sono diventata Campionessa paralimpica vincendo l’ORO nei 50 rana sb3 con record paralimpico ed europeo e due medaglie di bronzo nei 200 e 100 stile libero S5”, afferma. (Oltre alle paralimpiadi finora ho vinto 7 ori 7 argenti e 5 bronzi mondiali e 9 ori 7 argenti e 4 bronzi europei).

Le varie sigle – che iniziano con la lettera S – corrispondono a classificazioni, inversamente proporzionali alla disabilità. Per esempio S1 corrisponde alla disabilità più significativa, mentre S10 a quella più “lieve”.

Per ottenere risultati sicuramente per me è la passione per quello che faccio e la voglia di fare bene, non accontentarsi mai e non sentirsi mai arrivati. Ogni traguardo deve essere il punto di partenza per una nuova sfida: è questo il senso dello sport, al di là della medaglia e del risultato. E poi fondamentale avere un gruppo di persone che credono in te e lavorano per lo stesso obiettivo. 


Penso che lo sport sia lo strumento migliore per abbattere tante barriere, al di là del risultato. Ti insegna a porti un obiettivo e a capire che è necessario faticare per raggiungerlo, che le cose non si ottengono così facilmente. Nello sport servono dedizione, disciplina, pazienza. Anche con una disabilità, attraverso lo sport si può vivere la propria vita con normalità, una normalità in cui sono incluse tutte le diversità. Proprio perché alla fine la disabilità è solamente una “diversa abilità”: non è un limite, ma un insieme di risorse e di potenziali abilità da riscoprire che lo sport può valorizzare.


Al di là del nuoto e dello sport, penso che la diversità sia un valore per ciascuno di noi. La diversità, qualunque essa sia, non deve mai essere nascosta, ma bisogna imparare a valorizzarla perché è ciò che racchiude la forza e il segreto per essere unici e per questo deve essere rispettata. 

Mi piacerebbe una società che non ponga stereotipi, dove ognuno possa essere orgoglioso di come è senza sentirsi giudicato e dove la diversità venga rispettata a priori in quanto è l’unica normalità che esiste. Per questo penso sia importante che si inizino a mostrare le diverse forme esistenti anche nel mondo della moda perché chiunque possa sentirsi rappresentato e riconosciuto. Ogni tipo di diversità può essere bellezza. 

Ho avuto l’occasione di fare un servizio fotografico con Davide Bernardelli in cui mi sono divertita ed è stato bello sentirsi modella per un giorno.  Per me lo studio è sempre stato una priorità: lo considero essenziale e determinante per il percorso individuale di ciascuno. Mi sono laureata ad aprile 2023 nel corso magistrale di biotecnologie mediche e farmaceutiche all’università di Pavia con il massimo dei voti (110 e lode), facendo una tesi nel campo della genetica medica e la ricerca per malattie genetiche rare. Questo è un ambito per me di molto interesse in questo ritengo che la ricerca scientifica sia alla base per il futuro e la speranza di molti bambini e famiglie. Per questo con molto piacere mi hanno nominata ambasciatrice Telethon (per cui sarò ospite in Rai il 22/12 per la maratona in diretta). 

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